Anche quest’anno il gruppo Ponte D’amore Missionario ha proposto il “Concorso Presepio” al fine di premiare tutti i nostri bambini e ragazzi che, con tanto amore, hanno allestito questo segno di Natale e di fede cristiana. Nei prossimi giorni passerà una commissione a visitarli, verranno poi esposte tutte le foto in chiesa per poi procede alla premiazione il 6 gennaio al temine della Santa Messa delle ore 9.30.
Perchè facciamo il Presepe? Non è semplicemente per un senso di fedeltà legato alla tradizione natalizia, né per un sentimentalismo, ma è un “bisogno” spirituale, interiore, che ci rapporta al grande amore che ha Dio per gli uomini, reso visivo nella tenerezza del Bambino adagiato nella mangiatoia di Betlemme. La Vergine Maria ha dato alla luce Gesù circa 2000 anni fa. Ma oggi ognuno di noi “sente” profondamente che quella “nascita” gli è cara, gli è preziosa gli è necessaria perchè si priverebbe della vera gioia. Infatti quel Bambino che noi deponiamo come statuina nel presepio ci intenerisce il cuore, infonde vibranti sentimenti e ferventi desideri alla bontà, alla dolcezza, alla misericordia, al perdono.Non ci lascia indifferenti ma ci scuote all’interno per una più profonda conversione.
Da quando San Francesco ha fatto il primo presepio a Greggio, non abbiamo potuto più farne a meno perchè lo scenario del presepio ci fa rivivere l’evento straordinario e unico della venuta del Signore dentro la Storia degli uomini. E di anno in anno coloro che fanno il presepio vi apportano elementi innovativi per meglio personalizzare il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio nella storia di ognuno di noi. Il Dio dell’amore invisibile rivela il suo volto di tenerezza entrando con il bambino di Betlemme nella nostra storia personale e comunitaria. IL Presepio diventa segno visivo, al punto da “parlare” al nostro cuore, alla nostra coscienza, al nostro spirito perché ci rievoca, ci memorizza quale deve essere la relazione intima di Dio con l’uomo attraverso il Verbo che si è fatto carne. Dio ha scelto di entrare nel nostro mondo malvagio e perverso, nella fragilità estrema di un bambino, in una forma di umiltà e di umiltà che ci sconcerta, abituati come siamo ad avere, a possedere. Quel Bambino deposto nella mangiatoia ci disarma, ci sconcerta, ci spiazza, ci viene sbaraccare tutte le nostre sicurezze materiali e morali, tutti i nostri sogni di gloria, gli ideali e i progetti sui quali fantastichiamo.
Facciamo il presepio perchè nella simbologia di statuine, di case, di alberi, di pecore, di luci, di pianure, colline e torrenti visualizziamo il desiderio di preparare la vera dimora interiore a quel bambino perchè Egli viene per me , per te per porre la sua abitazione dentro di Noi. Il suo nome è infatti l’EMMANUELE, il Dio con noi, che viene, che bussa, che si ferma, che conversa che ci ama per lavorare, faticare, pregare, gioire, soffrire per noi e con Noi.
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